Grazie ancora per i vostri interventi in relazione al post precedente! La discussione che c'è stata in aula è stata molto interessante e l'aver iniziato a ragionare con voi non in termini astratti ma nella prospettiva della costruzione di una propria identità professionale per me, e penso che ormai lo sappiate, è fondamentale.
Come convenuto a lezione c'è quindi l'ultimo passo da affrontare: che insegnanti vorreste essere? Avete fatto memoria, partendo dalle vostre esperienze, delle figure di maestre/i e docenti che vi hanno in qualche modo segnato. Avete indicato il tratto fondamentale che, a vostro avviso, ogni insegnante dovrebbe possedere. Ora di tratta di guardare al futuro: come vorreste insegnare? A quali principi volete ispirarvi? Non voglio sapere a quale astratto modello di insegnante fate riferimento: vorrei sapere quale è il VOSTRO modello di insegnante. Avete incontrato e studiato molte teorie pedadogiche e didattiche, ora però non mi interessa qual'è la concezione della Montessori o di Froebel ma la vostra personale filosofia dell'insegnamento. Vi leggerò molto volentieri e nell'ultimo incontro riprenderò tutti i vostri interventi...
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Se un giorno dovessi essere un insegnante, mi sentirei addosso una grande responsabilità!! L’insegnante forma il bambino e gli fornisce delle basi necessarie per tutta la vita..
RispondiEliminaInizierei,quindi,da un bel rafforzamento della classe per far in modo che ogni alunno non provi disagio nel nuovo contesto. Non voglio né ospiti, né comparse nella mia classe , ma un bel gruppo che dia forza e stimolo a ciascuno di loro. Quindi lavori di gruppo,cambi di posto ogni mese,attività relazionali ecc. Il secondo passo, riguarda più da vicino ogni singolo alunno..vorrei dargli il coraggio e la sicurezza di credere in sé stessi, senza esaltarli inutilmente,ma vedere ogni piccolo passo come una grande conquista e gratificarli per questo. Sono convinta che ognuno è capace di fare..basta avere solo la fortuna di essere stimolati a fare. Spesso è la società o il contesto ma anche la famiglia ad avere questo importante ruolo, ma in ogni caso mi sentirei responsabile in prima persona come insegnante!! Il terzo passo riguarda questa volta il mio ruolo..vorrei avere tante qualità..scontate e banali..ma importanti!perché la professionalità, l’empatia, la pazienza ed altre ancora sono fondamentali!!ma ciò che più mi preme è la creatività e la calma:la prima bisognerebbe sfruttarla ogni giorno soprattutto nei concetti più ostici, più noiosi e più astratti che i bambini sono condannati ad apprendere!!la calma invece mi deve servire come mezzo di raggiungimento degli obiettivi per tutti..nessuno escluso!perché molto spesso il confronto tra insegnanti genera ansia e stress..ed è una lunga corsa tra chi sta avanti con il programma rispetto a tutti..e si corre, si corre lasciando indietro chi ha bisogno di più tempo per capire. Meglio fare poco ma senza lasciare indietro nessuno, che fare tutto con solo pochi arrivati!
Il mio sogno è quello di diventare un insegnante, quindi quando lo diventerò farò di tutto per non fare gli errori che in tutti questi anni da studente hanno fatto gli insegnanti che tanto ho criticato. Vorrei essere un insegnante attento alle esigenze dei miei alunni, cercando di capire quali sono le difficoltà che alcuni potrebbero avere rispetto ad altri. Inoltre vorrei fare in modo che i miei insegnamenti rimangano impressi nelle loro teste e nei loro cuori in modo che quando avranno la mia età si ricorderanno ancora di me come faccio io con gli insegnanti che ho tanto apprezzato quando ero piccola. Vorrei catturare la loro attenzione e fare di tutto per non farli annoiare e trovare sempre qualcosa di innovativo da fare per non fargli pesare le mie ore di lezione, essere disponibile ma anche fargli capire senza esagerare ed urlare come una "pazza" quando sbagliano. Questo è quello che vorrei diventare, ho preso spunto dalle mie esperienze e spero di cuore di riuscirci.
RispondiEliminaQuando penso a me come insegnante mi piacerebbe vedermi come una figura capace attraverso la relazione di interagire con alunni, genitori, e colleghi. Vorrei, poi, procedere tenendo ben presente la dinamica mente-cuore di ogni singolo bambino per poter garantire e caratterizzare il processo di insegnamento/apprendimento. Mi auguro di non dimenticare mai che questo processo richiede continua ricerca e adattamento, impegno costante nell’elaborare le strategie che possono essere di aiuto, maturare rapporti sereni e gioiosi, non esasperanti, al fine di costruire assieme agli alunni e “mai da sola” un ambiente di apprendimento che superi i muri, i banchi e le sedie e diventi costruzione di conoscenza e luogo di ricerca. Cosa mi fa paura? L’adagiarmi, il sentirmi arrivata, il non mettermi in discussione…
RispondiEliminaPotrei forse impiegare anni per rispondere a questa domanda, per esprimere cosa intendo per insegnamento. Ma per non annoiare bisogna essere sintetici, dunque adotto una metàfora a me molto cara che pone l'insegnante alla guida di un treno che trasporta i suoi alunni: se questi ultimi alla fine del viaggio saranno diventati viaggiatori o passeggeri dipenderà solo da colui che li avrà guidati e dai metodi che avrà utilizzato. Il passeggero ha fretta di arrivare alla mèta (il classico "pezzo di carta" al termine del percorso scolastico), non importa con quale mezzo, basta che arrivi il più presto possibile. Il viaggiatore arriva a destinazione attraverso un percorso di entusiasmi, scoperte, esplorazioni, e ritorna a casa arricchito di esperienze e competenze, ma soprattutto con la voglia di ripartire al più presto. Mi piacerebbe far sì che i miei allievi siano viaggiatori: solo così potrò essere l'insegnante che voglio diventare oggi.
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RispondiEliminaha detto...
RispondiEliminase sarò insegnante un giorno vorrà dire che avrò finito ll mio corso universitario e almeno le conoscenze le avrò acquisite.allora è sul piano umano e relazionale che dovrò concentrare i miei sforzi.
sono anche mamma e so che non è facile gestire una comunicazione con i bambini che hanno una forte personalità, e non usano lo stesso nostro linguaggio, non capiscono le nostre regole, ciò che è giusto e ciò che non è giusto.
quindi è la comunicazione che per me conta molto, l'ascolto attivo, e la capacità di interpretazione del loro pensiero magari anche immedesimandomi, in fondo bisogna uscire da quei canoni che sono tipici del mondo degli adulti, vorrei vedere il mondo e le cose con gli occhi di un bambino. sono certa che riuscirei a capire molto di più certi loro comportamenti e di conseguenza sarebbe più facile gestire le situazioni.
con i miei bambini è così che mi sono comportata sempre considerando i loro pensieri degni di valore e spero che anche come insegnante la mia esperienza possa essermi utile.
anna
Potrei in sintesi riepilogare,come ho già fatto in qualche altro intervento, ciò che vorrei essere, il giorno in cui, spero, dovrò confrontarmi con il particolare mondo della scuola, in qualità di insegnante.Vorrei però fare una piccola digressione, sugli avvenimenti che hanno sconvolto recentemente, gli ambienti scolastici.I fatti di Pistoia, hanno lasciato nel mio animo, un senso di disgusto e rigetto, per quelle che definisco atrocità esercitate da due persone,indegne di ricoprire il ruolo e qualsiasi altra posizione nella società. Ecco, semplicemente,questo è tutto quello che non vorrei essere. Per il resto, personalmente, vorrei essere un'insegnante che possa diventare per i propri alunni, un punto di riferimento non solo per l'insegnamento, ma anche per quelle qualità umane che ogni professionista dovrebbe avere. Mettersi dalla parte degli studenti quando occorre e capire le varie problematiche di fronte alle quali inevitabilmente bisogna confrontarsi nella vita.Creare un gruppo in cui, tutti si possano sentire parte integrante, e trasmettere la passione per la materia.capire quando sia il momento di mettersi in discussione, dal quale poi ripartire e correggersi per essere sempre migliore.
RispondiEliminaGIO'
"Il bravo insegnante è una giusta sintesi di disposizione naturale e di esercizio costante"
RispondiEliminaProtagora
Questo aforisma esprime a pieno ciò che vorrei diventare...una insegnante che, oltre ad avere la giusta preparazione insegnando nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria, fosse anche in grado di interagire nel miglior modo con bambini che stanno crescendo e che stanno formando e modellando le proprie personalità ed i loro caratteri, i loro mondi interiori. Dato che fondamentale nel loro pecorso formativo sono le esperienze che quotidianamente vivono, è chiara l'importanza del ruolo che un giorno, spero non troppo lontano, svolgerò. Ciò che più mi è a cuore è creare un clima di serenità, gioia,ottimismo, impegno e partecipazione; potendo i bambini, in tal modo,trascorrere ore produttive caratterizzate dall'imparare giocando e dall'imparare a confrontarsi, a dialogare. Vorrei riuscire a far sì che i miei alunni possano sentirsi parte integrante di un gruppo che lavora insieme per raggiungere uno stesso obiettivo, nel quale ognuno possa avere un proprio ruolo e possa sentirsi capace. Ciò che più di ogni altra cosa, vorrei riuscire a fare, è guidare i bambini in un percorso di conquista di conoscenze e nuovi apprendimenti e di guidarli verso un'educazione che comprenda diversi aspetti:morali, comportamentali, valoriali e sociali, nel rispetto degli altri, di se stessi e del mondo che li circonda.
So che per riuscire a diventare ciò che desidero dovrò applicare tutto quello che questi anni di studio mi lasceranno, ma allo stesso modo so che particolarmente importante sarà il mettermi in discussione in ogni circostanza e il saper cogliere tutto ciò che di positivo ci sarà nelle esperienze di cui sarò protagonista!
Io sono già un'insegnante. Si potrebbe pensare che non abbia niente da dire sulla questione: non è così. Credo che ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo, anche per questo sono qui, a confrontarmi con persone e studi che mi arricchiscono continuamente.
RispondiEliminaCosa dire della mia professione? Non è una missione, ho scelto di farla quando ancora non ero in grado di sapere quello che sarebbe stata; ho frequentato l'istituto magistrale perchè ci andava anche la mia migliore amica (che oggi fa l'impiegata). Ho incominciato a partecipare ai concorsi abilitanti fresca di studi e ne ho superati alcuni (5 o 6), ho iniziato a fare supplenze, sporadicamente, nemmeno un incarico annuale...
Poi nel 1995 è arrivata la sospirata immissione in ruolo.
Oggi "sono" un'insegnante, non riesco ad immaginare per me nessun'altra professione.
Non mi considero "arrivata", combatto ogni giorno per migliorarmi, pensando a quello che avrei potuto fare e non ho fatto o a quello che non avrei dovuto fare e invece ho fatto.
Di sicuro mi pongo domande e cerco risposte, mi confronto con le colleghe, osservo i comportamenti dei bambini e cerco di operare al meglio, di adattare il mio operato agli stili di apprendimento di ognuno, ai bisogni che emergono via via; mi prefiggo degli obiettivi e, in genere, li raggiungo, anche armonizzando dinamiche relazionali non facili.
Tutto sempre nel rispetto di chi mi è di fronte.
Non è facile.
Oggi, alla luce della mia esperienza (che non considero affatto conclusa), mi sento di poter affermare che fondamentale è creare un sereno clima di apprendimento, un ambiente in cui i bambini abbiano viva la curiosità e il desiderio di condividere le esperienze.
Mariflavi
Vorrei essere un insegnante che anche a distanza di tempo conservi l'entusiasmo dei primi tempi e che non appiattisca nel corso del tempo. Vorrei non prendere come esempio quegli insegnanti che, pur potendo andare in pensione, restano nella scuola anche se non più in grado di rapportarsi con i bambini; continuano ad insegnare solo perché dicono che a casa non saprebbero che fare, che per loro la scuola è un passatempo, che è un impegno per non pensare ai propri problemi, o per avere solo qualche centesimo in più sulla pensione. Vorrei essere un insegnante che guardi ancora i cartoni animati non violenti, educativi, che infondino sani principi, come l'amicizia, la solidarietà, e che è legato ancora ai giochi che stimolano la fantasia, che mettono in contatto il bambino con la realtà che lo circonda, stimolando l'interazione sociale e promuovendo una crescita interiore, contrapponendoli ad altri giochi di tipo virtuale che, abusandone, robotizzano il bambino alienandolo dalla realtà. Vorrei essere un insegnante, quindi, che rimane legato al mondo dei bambini perché egli stesso ne è appassionato a priori e perché in questo modo può condividere quegli interessi con i bambini stessi. Vorrei essere, inoltre, un insegnante legato a certe tradizioni e che sappia trasmettere l'amore e la passione per esse e verso pratiche ormai in disuso. E infine, vorrei essere un insegnante che non creda di saper fare tutto e di aver raggiunto l'onniscienza, ma che sappia rendersi conto dei propri limiti e confrontarsi con gli altri laddove ce ne sia bisogno.
RispondiEliminaDa alcuni anni lavoro con dei bambini disabili ed è stato grazie a questo lavoro che ho scoperto di voler essere un insegnante, un insegnante in grado di comprendere il mondo interiore dei bambini, capace di capire qual è il modo migliore per rispondere alle loro richieste e alle loro varie e diverse esigenze e capace di scoprire e tirar fuori ciò che di unico e straordinario i bambini hanno dentro. Vorrei lasciarmi ispirare da una frase di Simone Weil: "L'intelligenza può essere guidata solo dal desiderio. Perchè ci sia desiderio, occorre che ci siano piacere e gioia. La gioia di imparare è indispensabile gli studi...Dove essa è assente non ci sono studenti ma povere caricature di apprendisti che al termine del loro apprendistato non avranno neppure un mestiere." Nella frase si parla di gioia di imparare ma credo valga anche per la gioia di insegnare, ed è con questo spirito che vorrei dedicarmi all'insegnamento con un entusiasmo che spero non mi abbandoni mai. E mi auguro di essere capace di non rendere i miei alunni delle "povere caricature di apprendisti". Fontamara
RispondiEliminaBeh...quando un giorno diventerò insegnante vorrei essere come mia madre che insegna ormai da 20 anni nella scuola primaria: vorrei che i bambini avessero lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di andare a scuola quando sanno che, in classe, ad accoglierli c'è "la maestra Elisa"; vorrei che mi scrivessero bigliettini in cui esprimono tutto il loro affetto, come fanno con lei; vorrei che partecipassero tutti attivamente alla lezione e che si sentississero valorizzati, motivati,aiutati..esattamente quello che succede quando c'è lei in classe. Proprio come mia madre, vorrei mettere la stessa passione, lo stesso impegno, la stessa capacità e professionalità nell'insegnamento. Ciò che mi colpisce quando vado a trovare mia madre a scuola è il perenne "clima di festa" che c'è nella sua classe: la gioia nei volti, i sorrisi, la battute che mai prevalgono sul perseguimento degli obiettivi, delle abilità e delle capacità che, a parer mio non potranno non trasformarsi in competenze proprio perchè i bambini apprendono senza sforzo anzi...lo fanno divertendosi. Ciò che vedo, sostanzialmente è l'equlibrio tra la pesantezza dell'apprendiemto(perchè in ogni caso la difficoltà per i bambini c'è... a 6-7 anni...è un problema imparare a leggere e a scrivere!!!) e la leggerezza del gioco, del divertimento. Mia madre ama il suo lavoro e ama i bambini perchè le danno grande soddisfazione, perchè nel loro piccolo sono grandi, perchè sono una sorpresa continua, perchè sono "incontaminati", perchè sono il futuro e formarli è davvero una grande responsabilità!! Mia madre torna a casa stanca e con il mal di testa, perchè qualche urlo l'ha dato, per richiamare l'ordine ma estremamente appagata e felice di quello che fa e io vorrei tanto che mi succedesse lo stsso quando un giorno andrò ad insegnare..ma soprattutto spero che i bambini mi amino come amo il mio lavoro.
RispondiEliminaIL “ MIO” modello:
RispondiEliminaVorrei essere in grado di far capire che la scuola e la vita non sono due realtà completamente separate, ma che esiste tra loro una certa osmosi. Che nella scuola si può portare la vita e che, nella vita là fuori, la scuola serve davvero. La scuola non deve essere un posto dove si viene per prendere buoni voti, superare esami, essere promossi e raggiungere il tanto desiderato pezzo di carta, per poi dimenticare subito dopo quello che si è imparato. Deve essere invece un luogo dove ci si prepara alla vita futura, quella che noi giovani troveremo dopo, quando non ci saranno più banchi da occupare.
Vorrei non limitarmi ad aizzare la competizione fra gli studenti a chi prende i voti migliori, ma aiutarli a sviluppare la propria personalità, i propri talenti, le proprie inclinazioni. Prima di giudicare dovrei cercare di capire.
Vorrei che gli alunni venissero a scuola volentieri, non costantemente terrorizzati dall'interrogazione o dal brutto voto, essere comprensivo, capire che qualche volta può succedere di non aver fatto i compiti, essere in grado di intuire quando si è in difficoltà.
In conclusione quale insegnante vorrei essere? Probabilmente l'insegnante che giorno dopo giorno sto diventando, costruendo un tassello alla volta il puzzle che ognuno di noi deve essere nella molteplicità delle funzioni che è chiamato a svolgere; naturalmente grazie all'esperienza convissuta con gli alunni ed i colleghi. Insomma siamo una fitta rete di relazioni!!
Io vorrei diventare un insegnante dotata non solo di una adeguata preparazione in campo scolastico ma anche delle giuste competenze relazionali,visto il ruolo importante che l insegnante riveste nel processo di crescita di bambini che vanno sviluppando le proprie particolari personalità.Credo infatti che un insegnante debba porsi come guida nel cammino di crescita cognitiva e personale di coloro che prendono parte al processo di apprendimento.Vorrei interagire nel miglior modo possibile con gli alunni,comprendendone i diversi stati interni,creare un clima di serenità,partecipazione e fiducia reciproca in cui ogni bambino si debba sentire parte di un gruppo con cui stabilire relazioni di aiuto reciproco e condividere gli stessi obiettivi e inoltre stimolare la curiosità verso l apprendimento,facendo nascere il desiderio di scoperta verso il nuovo.laura89
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RispondiEliminala figura dell'insegnante a molti di noi appare ambigua!!nel senso:sembra un mestiere semplice... ma guardandolo direttamente,si possono notare tutte quelle sfumature...tutte quelle piccolezze, ke sn essenziali per un buon processo educativo e formativo!l'insegnante ha la responsabilità di crescere,educare,formare e istruire...compito sicuramente non facile...poichè il segreto di un ottimo insegnante sta nel metodo!!già maria montessori può rappresentare un modello da cui trarre significativi insegnamenti...ma personalmente ,penso ke l'insegnante deve essere ,racchiuso in una parola: "CARISMATICO"Ovvero un insegnante ke trasmette l'amore per il sapere ,coinvolgendo i suoi alunni...!l'insegnante ke io vorrei essere?!..un 'insegnante dotata di una buona preparazione culturale,ma allo stesso tempo... saper trasmettere i saperi ,stimolando i bambini alla curiosità del mondo!
RispondiEliminaMi è piaciuta molto la metafora di sasco sul treno e i viaggiatori, anch'io credo che sia
RispondiEliminaimportante "formare" i bambini e renderli consapevoli e autonomi.
Vorrei essere una di quelle insegnanti che non pone l'iter scolastico come un percorso a
traguardi da superare per far felici mamma e papà.
Mi piacerebbe trasmettere il desiderio di apprendere e di scoprire, poter accendere quella piccola scintilla nella testa che tiene sempre viva la curiosità e l'interesse per ciò che non si conosce.
Purtroppo questa è una impostazione culturale che si trasmette molto più facilmente a livello familiare ma forse anche una maestra può contribuire, stimolando di continuo gli allievi e aiutando maggiormente chi sembra meno interessato e integrato nel contesto.
Nella mia esperienza di tirocinio ho visto bambini molto annoiati, che seguivano a
stento il dettato o l'esercizio alla lavagna, sopraffatti anche dai ritmi incalzanti e dalla mole di lavoro.
Io vorrei riuscire a creare un ambiente di lavoro stimolante e più partecipativo, che renda gli alunni protagonisti e quindi più interessati a capire ed interagire.
Per restare in linea con quanto ho già espresso nell'altro post, vorrei essere sempre professionale (in riferimento all'accezione del termine che avevo elaborato), cercando di non trasmettere mai i miei disagi o i miei problemi, e ponendomi come un punto di riferimento: una persona di fiducia che sa ascoltare ed aiutare sempre.
Mi rendo conto che non è facile -saper fare- e -saper essere-, ma la chiave va cercata solo lì, bisogna sempre migliorarsi professionalmente e come persone, l'insegnamento ci pone ad un livello asimmetrico rispetto agli studenti e bisogna essere in grado di ricoprire questo ruolo.
E' difficile fare da esempio, ma nella scuola dell'infanzia e nella primaria è inevitabile
ancor più che negli altri gradi, perchè i bambini iniziano a distaccarsi dall'esclusivo
nucleo familiare e per la prima volta imparano a conoscere altre persone e a fidarsi di loro.
Noi andremo ad istruirli ma anche ad educarli, e io conto molto su questo secondo fattore perchè nella società attuale mi sembra ci sia un grosso disimpegno delle famiglie da questo punto di vista.
L'unico problema è che tutti i nostri buoni propositi arriveranno a compiersi solo entro un paio di decenni. Per molti anni saremo supplenti e rivestiremo un ruolo poco incisivo e duraturo, non sentiremo mai una classe come -nostra- e saremo sempre l'ultima ruota del carro anche a livello decisionale e progettuale.
Dopo tanti anni di precariato e di incertezze non so se avremo ancora l'entusiasmo e lo
slancio che abbiamo adesso...
"Il tempo è un grande maestro,
ma sfortunatamente uccide tutti i suoi allievi."
Hector Berlioz.
Se il fine dell'insegnamento non consiste nella sola trasmissione di conoscenze precostituite, c'è un'altra sfaccettatura dalla quale non si può prescindere nel considerarlo. E' la capacità di far lavorare la mente. Questo è l'insegnamento, per me! Un processo di costruzione della conoscenza in cui le nozioni già acquisite si coniugano con le nuove per originare processi cognitivi sempre più articolati e complessi utili ad indrizzare in maniera sempre più opportuna ed adattata l'attività degli esseri umani all'interno della società. Perché l'insegnamento possa realizzare questo obiettivo occorre che gli insegnanti operino in un contesto educativo all'interno del quale le manifestazioni relative alla spontaneità infantile non devono essere represse o soffocate, ma semplicemente corrette o diversamente orientate.
RispondiEliminaBisogna considerare che il bambino (con problematiche e non) è un soggetto attivo, dotato di attitudini, capacità e bisogni (cognitivi e affettivi): il bambino va considerato come soggetto e non come oggetto dell'iniziativa altrui.
E' all'interno di questa breve rappresentazione della finalità dell'insegnamento che mi immagino nel ruolo di insegnante augurandomi di riuscire a realizzare attività didattiche all'interno delle quali i bambini possano discutere, collaborare, riflettere, ragionare, riorganizzare le proprie conoscenze e acquisirne di nuove in un clima positivo e collaborativo che li spronerà a sentirsi liberi di poter rendere manifesto ciò che pensano, senza il timore di essere giudicati negativamente e quindi di fallire.
Vorrei essere un’insegnante capace di instaurare un buon rapporto con i miei allievi, un clima sereno, in cui sarà possibile svolgere qualsiasi tipo di attività con la massima tranquillità. Non vorrei mai che i bambini mi vedessero solo come l’insegnante che spieghi o che valuti, ma vorrei essere per loro un supporto, un sostegno, un insegnante che li sappia comprendere e che li aiuti nella loro crescita. Vorrei essere in grado di attirare la loro attenzione, senza annoiarli troppo; vorrei essere capace di utilizzare differenti approcci, quindi essere flessibile, vorrei possedere la capacità di proporre attività che possano essere utili alla loro formazione, partendo da problemi che li riguardano ed essere capace di fornire strumentazioni cognitive adatte per affrontare la vita quotidiana.
RispondiEliminaL'insegnante che vorrei diventare è una persona dotata di grande carisma innanzitutto.. Essere un ''modello'' per i miei alunni..offrire loro stimoli di qualsiasi tipo, attenta non solo alla didattica ma soprattutto alla sfera emotivo-relazionale. Vorrei pormi come guida del processo di insegnamento apprendimento aperto incentrato sull'interazione docente-alunni e sulla costruzione di conoscenze.vorrei offrire
RispondiEliminaun insegnamento che tenga conto delle caratteristiche di ogni bambino, della sua individualità, delle sue esigenze aiutandolo a costruire un'immagine positiva di sé e ad acquisire fiducia nelle proprie capacità.
Alla base di tutto ciò deve esserci un ambiente di apprendimento sereno accogliente e partecipativo e fare in modo che ogni singolo alunno si senta membro e parte attiva di esso. Zaira Bertone
Il modello di insegnante che vorrei rivestire è quello al quale il ruolo stesso di insegnante è preordinato:vorrei poter essere per i miei alunni tutto ciò che la scuola debba fornire,in termini di esperienze,conoscenze e competenze,in maniera complementare alla famiglia,innanzitutto,e alla società,in modo che essi abbiano una formazione completa e,al tempo stesso,da completare con la crescita.
RispondiEliminaQuindi,vorrei saper sopperire nei diversi ambiti in cui l'alunno non riceva la giusta attenzione,e in quelli in cui non riceva una buona educazione. Perchè per me l'insegnante dovrebbe essere questo; il buon insegnante è colui che riesce a farlo, perchè non sempre è possibile farlo.
Noi,in qualità di futuri insegnanti e formatori della futura società,dobbiamo quantomeno provare a farlo.
Fin da piccola ho sentito spesso i miei genitori parlare delle loro difficoltà scolastiche, infatti, quando ho deciso di intraprendere questo percorso formativo ero già abbastanza consapevole sia delle gratificazioni che avrei ricevuto sia dei problemi che avrei dovuto affrontare. Ciò che mi ha spinto a diventare un futuro insegnante è il desiderio di rimanere nel cuore dei bambini come una brava maestra non solo sotto il profilo professionale ma anche umano poiché penso che ci debba essere un giusto equilibrio tra queste due componenti. Un domani vorrei creare nella mia classe un clima di accoglienza e disponibilità affettiva per dare fiducia e sicurezza ai miei alunni e per poter favorire non solo l’integrazione di bambini disagiati ma anche di bambini diversamente abili. Cercherò di trasformare in diverse situazioni la classe in un vero e proprio laboratorio in cui i bambini non solo svilupperanno le loro capacità relazionali, ma impareranno anche praticamente e autonomamente a gestire un determinato problema. Ritengo che sviluppare la creatività nei bambini sia molto utile anche per approcciarsi in maniera diversa alla quotidianità. Mi auguro di non essere un semplice trasmettitore di conoscenze ma di interessare e motivare i bambini ad apprendere per questo cercherò di rispondere alle loro curiosità e ai loro bisogni modificando il mio operato ogni qualvolta l’occasione lo richieda. Quando giungerò alla fine di questo percorso di formazione non penso di essere già in grado di svolgere al meglio il mio ruolo di formatrice/educatrice ma avrò bisogno di maturare sul campo perché secondo me, nessuno di noi può ritenersi capace di fare l’insegnante se non vive giorno per giorno con i bambini.
RispondiEliminaEcco mi trovo al secondo anno di università ,sto cominciando a conoscere il mondo in cui mi troverò...di fronte a questa domanda cosa faccio?!!Chiudo gli occhi e riflettendo immagino:la prima immagine che ho davanti è quella di una classe di bambini entusiasti e pieni di gioia e di voglia di apprendere cose nuove. Allora cercherò per prima cosa di capire che tipo di classe ho di fronte ,di conoscere i bambini. Man mano che trascorreranno i giorni cercherò di capire se attuare un approccio teorico o pratico riuscendo cosi a favorire pienamente l’apprendimento. Coinvolgerò i bambini in attività laboratoriali che accostino le lezioni teoriche favorendo inoltre il coinvolgimento di tutti i bambini che scopriranno cosi il lavoro cooperativo e il rispetto di regole. Non mi proporrò come un semplice modello che serva a trasmettere informazioni e neanche come un insegnante visto come “materna” ;ma un insegnante che motivi e quindi dia un significato a ciò che insegna. I bambini saranno motivati a saper svolgere e affrontare i diversi problemi che propporò sotto forma di giochi e quindi sviluppando anche la creatività dei bambini. Una cosa che intendo fare e spero sia possibile, è cercare di utilizzare le nuove tecnologie come mezzo di insegnamento ma anche trasmettere la loro importanza nell’apprendimento al fine di favorire il loro utilizzo per una scuola più tecnologica!!La scuola inoltre come sappiamo non è solo formazione ma anche educazione e perciò io cercherò di trasmettere ai bambini anche le semplici regole di vita e comportamento ( mangiare seduti,non gridare…).Inoltre cercherò di renderli “responsabili “nel loro piccolo (affidando il ruolo di capoclasse a turno ) riuscendo a capire cosi anche i diversi caratteri e trasmettendo l idea di responsabilità. Questi per ora sono i principi su cui vorrei basarmi in un mio futuro d’insegnante ;forse cambieranno e si aggiungeranno altre cose man mano che andrò avanti nei mie studi ; ora come ora, spero di apprendere al massimo per poi dare il massimo e non perdere mai l’entusiasmo che ora mi caratterizza!
RispondiEliminaQuando ho intrapreso questo percorso avevo una idea diversa di cosa fosse insegnare e devo dire in realtà che pensavo che il lavoro svolto dagli insegnanti fosse un pochino più semplice.
RispondiEliminaIn quanto si è vero che ormai oggi si parla di formazione permanente quindi che fosse indispensabile per coloro che svolgono questo lavoro aggiornarsi continuamente per poter essere per così dire competitivi ma insieme a questo ci sono tantissime altre competenze che chi vuole svolgere questa professione deve avere.
Se un giorno sarò insegnante non ci sono dubbi che vorrei svolgere la mia professione nel miglior modo possibile e la mia idea di come vorrei essere è questa:La prima cosa che non dovrò mai perdere di vista è la grande RESPONSABILITÀ che ho nei confronti degli alunni, il mio dovere è insegnare e quindi di fare apprendere in modo significativo gli alunni in modo che le competenze che raggiungeranno gli servano da base per gli studi superiori. La seconda di DISPONIBILITÀ intesa a dare ad ogni allievo una mano in percorsi a lui più difficili fungendo da tutor cioè da facilitatore nei processi di apprendimento. Inoltre non dovrà mai mancare la voglia di intraprendere con gli alunni percorsi nuovi di apprendimento, adottare nuove metodologie e farò in modo di aggiornarmi continuamente.
Altro aspetto che non sottovaluterò è il come mi porrò di fronte alla classe cercherò di instaurare un rapporto EMPATICO ricordando che un sorriso a volta dona di più di tante parole.
Paola68
Sembra ancora lontano il momento in cui mi troverò di fronte ad una classe di bambini, ma come in tutte le cose , il tempo passerà velocemente!
RispondiEliminaIl mestiere dell’insegnante a mio avviso, rientra tra i cosiddetti mestieri per cui “ci si è nati”, sono convinta che bisogna avere una sorta di vocazione, al di là di tutte le teorie psicopedagogiche.
A tutti piacciono i bambini, ma non tutti sentono di essere disposti a fare dei bambini la loro vita, la loro quotidianità. Bisogna pensare che si è responsabili della concezione di scuola, che ogni bambino si farà e porterà con sé in futuro, oltre che responsabili della loro istruzione.
Io vorrei essere una insegnante sicuramente preparata in tutte le discipline, giusta in modo da non farmi influenzare assolutamente, né dallo stato sociale dei bambini, né dal colore della loro pelle.
A volte ritengo di essere troppo sensibile e generosa per poter fare al meglio questo lavoro, infatti non riuscirei ad essere una maestra severa, cosa che in alcune circostanze potrebbe essere utile.
Spero tuttavia che con l’esperienza, imparerò a dosare bene bontà ed autorevolezza. Di certo vorrei che i miei alunni non mi temessero, ma siano stimolati a dare il meglio in modo da ottenere anche loro una gratificazione, vorrei che mi vedessero come una figura importante per loro e guadagnarmi il loro rispetto, la loro stima anche quando saranno grandi, così come è accaduto a me.
Vorrei impegnarmi a formare una classe in cui raggiungano tutti lo stesso livello, per quanto riguarda le conoscenze, credo infatti che sia una cosa molto spiacevole per un bambino, sentirsi inferiore ad un suo compagno. Questo sarebbe possibile avendo a disposizione più tempo, da dedicare ad ogni bambino durante le ore scolastiche, senza doversi preoccupare eccessivamente di andare avanti con i programmi, senza prima avere portato tutti allo stesso livello.
Mi auguro anche di riuscire ad instaurare un buon rapporto con tutti i genitori, fare in modo che siano soddisfatti del lavoro svolto dall’insegnante dei loro figli, trasmettergli fiducia e collaborare con loro se necessario.
Mi piacerebbe alzarmi al mattino ed essere sempre entusiasta del mio lavoro e motivata ad andare a scuola!
DONATELLA B.
Incrociando le dita speriamo prima o poi di sedermi dietro ad una cattedra, con i tempi che corrono...
RispondiEliminaIo vorrei essere un maestro innanzitutto preparato che sa farsi rispettare, con questo non dico autoritario, intendo una persona educata e disponibile, che non si tiri mai indietro, affrontando i problemi di petto.
Io notoriamente sono molto giocherellone ed ironico, vorrei che queste due caratteristiche rientrino nel mio ideale di insegnante, ma allo stesso modo userò quando sarà necessario il polso duro, mettendo in chiaro le regole, chi non le rispetterà primo o ultimo della classe avrà la stessa considerazione, questo per non creare disparità.
Come amo fare terrò il passo con le tecnologie e con le nuove conoscenze.
Sarò fautore del Brainstorming perchè lo ritengo un metodo validissimo, per conoscere gli allievi, per insegnare loro a rispettare le idee altrui e soprattutto per creare affiatamento all'interno della classe.
Far conoscere ai bambini le loro radici, tradizioni e culture locali per essere più esperti e sapienti, imparando così a rispettare le differenze.
Insomma un insegnante dotto, attivo, ironico, che sappia fornire conoscenza e istaurare relazioni affettive con i propri alunni.
Mah, oserei dire perfetto!!! :)
CARONTE
Non è semplice stabilire che tipo di insegnante vorrei essere, ma di una cosa sono convinta:
RispondiEliminami piacerebbe essere un insegnante che si prende cura dei suoi allievi. Sicuramente “educare” non è un compito semplice, l’insegnante ha una duplice responsabilità:
non solo quella finalizzata a dotare gli allievi di quegli strumenti essenziali per la crescita individuale, sociale e professionale, ma anche quella di offrire loro la possibilità di sviluppare le proprie potenzialità!
Ecco perché, come insegnante, vorrei essere capace di fare spazio ai pensieri dei miei allievi, ai loro bisogni, prestare loro attenzione e ascolto!
Nadia
Pensando al giorno che sarò seduta dietro la scrivania,o almeno così spero,mi immagino nel ruolo di una insegnante sicuramente nn autoritaria ma neanche molto permissiva.Preparata in tutte le discpline,capace di unire la parte teorica e quella pratica.Vorrei cercare,nel migliore dei modi,di non renderli passivi,sviluppare in loro la curiosità e la voglia di scoprire sempre cose nuove utilizzando anche attività di laboratorio.
RispondiEliminaMolto attenta ai loro bisogni,ai loro interessi,ascoltarli e non concentrata esclusivamente sul mio programma da svolgere.
Una insegnante da tenere nel cuore come modello,non solo per aver dato loro delle giuste conoscenze,ma per aver instaurato anche degli ottimi rapporti affettivi!
Giusy
Vorrei essere un'insegnante di cui i bambini si possono fidare,non un'amica o una madre ma una figura di riferimento a cui rivolgersi in caso di bisogno.
RispondiEliminaUn'insegnante paziente che sappia stimolare la curiosità di ogni bambino,che li formi e che li aiuti ad affrontare gli eventuali problemi della vita.
Vorrei essere un'insegnante che sappia ascoltare ogni singolo bambino.
D.89
Io vorrei essere una buona insegnante!
RispondiEliminaUna di quelle che lascia il segno (in positivo, naturalmente) nei suoi alunni, che a distanza di anni viene ricordata come una delle migliori insegnanti, che viene inserita tra le buone esperienza scolastiche della propria vita!
Vorrei prima di tutto creare nella mia classe un clima sereno, stimolante, di fiducia reciproca (magari convolgendo i bambini in lavori di gruppo, alternando alle lezioni frontali dei laboratori...). Poi vorrei essere attenta alle problematiche dei miei bambini, ispirare fiducia e disponibilità, pur sempre facendo rispettare i ruoli che ricopriamo e le regole per un pacifica convivenza che sono alla base della società nella quale i bambini vivono e andranno a costruirsi una vita in futuro.
Vorrei essere un'insegnante che preferisca la qualità alla quantità. Mai portare a termine tutto il programma, tutta la mole di obiettivi prefissati con pochi alunni; piuttosto fare meno ma con tutti i miei alunni, senza lasciare indietro nessuno.
Ma soprattutto vorrei che la PASSIONE, che per me è il motore di tutto quello che ruota intorno al buon insegnante, non venga mai meno.
Mariaelena ;)
Io spero di diventare un'insegnante capace,aperta ai cambiamenti sociali e in grado di comprendere i bisogni e lo stato d'animo degli alunni.
RispondiEliminaIl criterio sul quale cercherò di basarmi sarà quello di mettere tutti gli alunni sullo stesso piano tenendo conto delle potenzialità di ognuno.Allo stesso tempo vorrei essere in grado di trasmettere loro conoscenze e abilità di base necessarie per affrontare anche i problemi che incontreranno al di fuori del contesto scolastico.
Non è facile rispondere a questa domanda in maniera personale perchè ho in testa tanti concetti e tanti modelli ai quali potermi ispirare.Nonostante questo però so che un'idea di insegnamento più o meno l'ho sempre avuta.Innanzitutto vorrei poter essere un'insegnante responsabile,capace cioè di prendere le decisioni migliori per i miei allievi.Mi piacerebbe quindi che il mio obiettivo si identificasse con il raggiungimento degli obiettivi da parte dei bambini.Inoltre vorrei essere un'insegnante attenta:vorrei comprendere ogni situazione,ogni disagio prima di tutti,soprattutto prima dell'allievo interessato per mettere in pratica una strategia che gli possa permettere di affrontare serenamente il percorso formativo.Perciò lavorerei molto sul lavoro di gruppo,sul dialogo e sul confronto.Ancora vorrei poter rappresentare per ogni singolo bambino un aiuto,un punto fermo a cui rivolgersi per affrontare i problemi reali e concreti.Miriam C.
RispondiEliminaE' davvero difficile dire che insegnante vorrei essere anche perchè secondo me un buon insegnante è frutto di anni di esperienza e poi molto dipenderà dalle situazioni, dal contesto e infine dalle persone con cui mi relazionerò. In linea di massima vorrei essere un'insegnante rigida ma al tempo stesso una persona pronta al dialogo, alla comprensione e perchè no anche al confronto. Vorrei essere in grado di farmi rispettare, vorrei avere grandi capacità organizzative ed essere obiettiva senza avere preferenze. Vorrei essere in grado di attirare l'attenzione e di motivare i miei alunni senza che questi si annoino. Mi piacerebbe alternare piccoli momenti in cui si può ridere, scherzare,chiacchierare e confrontare a momenti intensi fatti di concentrazione e coinvolgimento per ciò che in quel momento dico. Infine vorrei che i miei alunni apprendessero prima dall'esperienza e poi sui libri in questo modo non solo si faciliterebbe l'apprendimento ma anche la qualità dell' insegnamento potrà essere migliore e più duraturo.Ma tutto ciò e difficile da mettere in atto soprattutto per motivi logistici e mancanza di tempo.
RispondiEliminaDire che insegnante vorrei essere un giorno è difficile,secondo me noi stiamo costruendo giorno dopo giorno il nostro essere insegnanti, incastrando tutti i pezzi come in puzzle; il compito dell' insegnante ha molte sfumature, l'insegnante è anche un formatore, un educatore, è colui che accompagna i suoi alunni durante il lungo viaggio della conoscenza, ma che al momento giusto sa farsi da parte per favorire una maggiore autonomia. Per me l'insegnamento è mosso dal prendersi cura dei suoi allievi, proprio come fa un contadino che prepara il terreno, si prende cura del suo raccolto; l'insegnante deve creare le condizioni per sviluppare la curiosità negli allievi, per sviluppare l'apprendimento. Tutto questo secondo me prediligendo una didattica laboratoriale, puntando sulle relazioni. Il vero insegnante è colui che si mette in discussione, che si autovaluta ed è critico con se stesso, che sa progettare ed utilizza la creatività, che propone idee nuove, che si forma continuamente. L'insegnante deve lasciare un'impronta nei suoi allievi.vi ricordate l'Attimo fuggente?
RispondiEliminaNel ruolo di futura insegnante, probabilmente ,la prima cosa che più mi premerebbe fare è stabilire insieme alla classe delle regole condivise,che ci permtettano di lavorare fin da subito in un clima di rispetto,collaborazione e serenità.Vorrei essere un'insegnante preparata,che sappia trasmettere i contenuti adottando metodologie in grado di favorire l'interesse,l'ascolto e la partecipazione dei miei alunni.Un insegnante in grado di percepire ed interpretare sempre i bisogni e le esigenze dei bambini anzi, vorrei che fossero loro stessi,create le basi di un rapporto di fiducia,ad esternarli.Inoltre,vorrei motivarli tutti i miei alunni,farli sentire valorizzati e capaci di realizzare le loro potenzialità. SANDRA.D.
RispondiEliminaPenso che l’insegnante, al giorno d’oggi, svolga più degli scorsi decenni un compito arduo. Al mestiere di insegnante sono stati attribuiti nuovi compiti e maggiori responsabilità. Oltre ai doveri tradizionali da svolgere all’interno della sua classe, l’insegnante deve sempre più confrontarsi con l’esterno.
RispondiEliminaSe penso a me nel contesto “scuola”, penso ad una persona con tanto entusiasmo, con la voglia di ascoltare ed essere ascoltata, attenta alla sua classe, premurosa ma anche pungente quando serve, un porto sicuro nel quale rifugiarsi, dare tranquillità e serenità. Baserei il mio lavoro soprattutto sulla comunicazione, relazione e motivazione. Ma vorrei esser libera anche di insegnare a modo mio, senza che nessuno mi venga a dire cosa devo o non devo fare e come devo farlo. Nessuno può imporre ai docenti l'adozione di un preciso metodo d'insegnamento. Il "come", cioè con quale metodologia specifica realizzare gli obiettivi dell'insegnamento stabiliti dalle norme, è lasciato alla libertà dei docenti. Vale a dire alla loro ricerca didattica, alla loro scelta consapevole e quindi alla loro responsabilità personale (art. 33 della Costituzione it.).
Mi impegnerò ad essere competente, aggiornata ma soprattutto responsabile.
Ho già avuto qualche esperienza lavorativa ma solo nelle scuole medie e superiori. Mi sono resa conto più da vicino di quanto oggi bisogna essere responsabili di quello che si fa a scuola, poiché tale istituzione “forma per tutta la vita”, non solo culturalmente ma anche caratterialmente.
Ma cosa vuol dire esattamente prendersi la responsabilità o esser responsabili? Essere responsabili vuol dire letteralmente essere capaci di rispondere in maniera “abile”, appropriata a qualsiasi evento. Responsabile non significa colpevole, ma capace di agire in maniera efficace.
Quando parlo di responsabilità non parlo semplicemente dell’esser responsabili del proprio operato o di ciò che succede in classe quando si fa lezione, ma parlo di responsabilità a livello sociale. Con la nostra futura professione siamo responsabili di ciò che accadrà “DOMANI”. Siamo noi che con il nostro lavoro formiamo la “SOCIETA’” del domani. Non dobbiamo sottovalutare tutto ciò o semplicemente svolgere il nostro lavoro solo perché a fine mese c’è un riscontro di tipo economico. Non voglio sembrare troppo drastica, ma analizzando la società attuale posso solo dire di non esser contenta di ciò che vedo, di come sono i ragazzini, dei loro modi di fare, dell’essere tutti fatti con lo stampino. Nessuno ha più una sua personalità... ma so, che la colpa non è solo della scuola…
Un giorno sarò insegnante, e forse ancora non mi rendo conto dell'importanza che un giorno rivestirò...Che insegnante vorrei essere? Difficile senz'altro da elencare le caratteristiche da possedere, difficile anche che riesca a far combaciare la mia idea di insegnante con quella che un giorno corrisponderà alla realtà, ma ci si prova e spero un giorno di potermi guardare indietro e pensare:è andata meglio di quanto credessi,ho fatto un bel lavoro!Prima di tutto bisogna essere coscienti che non a tutti piace la propria materia e allora bisogna trovare un modo per spiegarla il più semplice possibile per far afferrare bene il concetto (così sono più invogliati a studiare e fare compiti),non bisogna essere arrabbiati per farsi rispettare, se un alunno non capisce,non bisogna arrabbiarsi,ma spiegarlo e rispiegarglielo se necessario perchè uno studente che chiede aiuto,vuol dire che è interessato,non bisogna trattarlo male, sarebbe controproducente. E’ importante che l’apprendimento si attui in un clima di libertà,significativo,fondamentale che sia basato sull’esperienza. Un giorno dovrò essere in grado di stabilire un rapporto efficace con gli studenti. Dovrò essere me stessa, in grado di esprimere i miei sentimenti positivi o negativi; dovrò avere stima delle capacità dell’alunno; dovrò avere comprensione, empatia, riuscendo cioè a capire ciò che prova lo studente, senza valutare o giudicare, l’insegnante che si mostra come una persona che sa tutto, senza difetti e che non sbaglia mai non è un buon insegnante secondo me.Sabrina B.
RispondiEliminaL’insegnante delle scuole primarie ha un ruolo determinante nella crescita di un bambino, si di un bambino che esce dalla casa “materna” sin da una tenera età. Un ruolo di una straordinaria importanza in quanto non si tratta di una normale attività professionale, benché tutte nobili e determinanti nella società, ma di un “lavoro” che ha a che fare con “creature” che sono profondamente diverse negli umori, nell’apprendimento e nelle potenzialità. Bene, l’insegnante spesso in poco tempo deve avere la necessità e quindi la capacità di cogliere emozioni, amarezze, felicità nonché problemi, in alcuni casi patologie, diverse e di diversi bambini.
RispondiEliminaBene, da qui, l’arte dell’insegnare non è una professione preconfezionata ma un’attività legata al rapporto che il “Maestro” instaura con ogni bambino con la consapevolezza che ogni soggetto è diverso con necessità diverse per superare più o meno difficilmente gli ostacoli piccoli e grandi per affrontare il percorso Vita.
Ciò premesso io vorrei essere un’insegnante anzitutto positiva, serena e sorridente, ma non per semplice modo di fare o per divertimento. Tale mio atteggiamento deve essere anzitutto innato e desiderato affinché i bambini percepiscano subito la mia positività e il mio stato d’animo; tale stato d’animo deve comunque essere associato a fermezza, sicurezza e autorevolezza dettati da una buona preparazione. Infatti, considerati i diversi aspetti della società attuale, il mio compito sarebbe non solo quello di trasferire conoscenza e dati, ma quello della crescita del bambino in senso olistico affinché egli possa affrontare le diverse fasi della sua vita in maniera serena, indipendente e quindi costruttiva e concreta.
Fania '71
Vorrei, innanzitutto, poter scorgere dagli occhi dei miei alunni la gioia nell'avermi in classe. è necessario, quindi, che io sia in grado di comprendere i loro stati d'animo in modo tale che si sentano liberi di poter aprirsi completamente, ovvero parlare delle proprie difficoltà, paure, ma anche gioie, desideri(vorrei infatti, ad esempio, ritagliare uno spazio nel quale i bambini possano parlare di quello che hanno fatto a casa i giorni precedenti, delle sensazioni che hanno provato se hanno trascorso un pomeriggio diverso dagli altri, dei problemi che affliggono il mondo, se però insegnerò a bambini più grandi, appartenenti quindi alla quarta o quinta classe).
RispondiEliminaVorrei instaurare una relazione positiva non solo con i miei alunni, ma anche con i genitori, in modo tale da poter affrontare insieme gli eventuali problemi che possono scaturire durante il percorso di formazione di un bambino.
Vorrei essere capace di spiegare in modo chiaro gli argomenti delle diverse discpline che andrò ad insegnare. Non è semplice far sì che i bambini apprendano in modo significativo tutte le informazioni che sono loro presentate(durante il tirocinio infatti un insegnante mi ha spronato a spiegare un argomento di matematica alla classe; le difficoltà incontrate sono state molteplici, mi sono posta mille domande: che terminologia devo utilizzare? come devo pormi nei confronti dei bambini?..ecc). Praticamente, quindi, ho compreso quanto sia complicato porre il bambino, per la prima volta, dinanzi a concetti che gli sono del tutto nuovi.
"Facile" non è di certo un aggetivo che posso accostare al mestiere d'insegnante: gli ostacoli che dovrò affrontare saranno tanti, ma è proprio superandoli che riuscirò a diventare l'insegnante che vorrei essere.
Credo sia normale per ogni persona desiderare ed aspettarsi il meglio per il proprio futuro. Ciò vale anche per me. Mi sono ripromessa di essere una buona maestra, professionale ma non rigida, responsabile e chiara. Ritengo, infatti, che le ambiguità siano da evitare sia per quanto riguarda la relazione con gli alunni sia per quanto riguarda la spiegazione degli argomenti. Vorrei che i miei alunni mi stimassero e sapessero di poter contare su di me per qualsiasi problema. Ciò sarà possibile solo se saprò ascoltarli e comprendere a fondo le loro personalità e i loro stili di apprendimento. Ciò che mi sta molto a cuore ,e che ho indicato come caratteristica principale che un insegnante dovrebbe avere, è la capacità di farsi comprendere. Penso che la particolare attenzione che rivolgo a questa caratteristica dipenda da un mio timore, e cioè quello di non essere in grado di individuare le parole adatte e le modalità di spiegazione che permettano ai miei alunni di comprendere nuovi argomenti, e quindi di apprendere. Attraverso l'esperienza del tirocinio diretto ho potuto constatare quanto sia difficile essere compresi da tutti, perchè ogni bambino è un universo a sé. Ho visto bambini che non riuscivano a seguire la maestra e a stare al passo con gli altri compagni, e ho capito ancora meglio quale responsabilità avrò. So che incontrerò difficoltà, che mi scontrerò con la realtà, capendo quanto questa sia diversa dai miei sogni. La bellezza della vita, però, sta proprio nel doversi mettere continuamente in discussione per superare gli ostacoli che si incontrano lungo il proprio tragitto.
RispondiElimina...mi piacerebbe diventare un insegnante che si senta sopratutto soddisfatta e gratificata di quello che fa!!!
RispondiEliminaVorrei prendere il meglio da tutti i miei insegnanti...essere comprensiva,considerata un punto di riferimento,severa,ma al tempo stesso,che non incuta alcun timore,dolce ogni volta sia possibile,competente,che sappia fare il suo lavoro al meglio,piena di passione per ogni piccolo momento che attraversa...ed infine che sappia ANCHE SBAGLIARE!!!!!!
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RispondiEliminaArrivo un pò tardi, in ogni caso io vorrei essere un'insegnante attenta, vorrei avere la capacità (un pò innata credo di averla) e la competenza per tirare fuori da ciascun bambino il massimo del suo potenziale.
RispondiEliminaSono appassionata di bambini, di emozioni, di sensibilità e di ogni tipo di studi, in fondo conoscere la storia, ciò che hanno fatto altri, la scienza, il mondo e il proprio io, portano alla conoscenza massima interiore e a minimizzare le paure.. la conoscenza è forza, l'ignoranza è ciò che crea paure non giustificate.
Io credo che sarò un'ottima insegnante, non so ancora con chi mi troverò ad avere a che fare o dove mi porterà la mia laurea nella vita, ma ho passione per le persone, amo profondamente dare fiducia alle persone in loro stesse e vederle camminare per la propria strada.
Ho già fatto esperienza di insegnamento, con bambini affetti da patologie che li costringevano in un letto di ospedale, talvolta senza prospettive di vita, e con adolescenti e pre-adolescenti problematici. In entrambi i casi ho avuto buoni risultati, forse perchè in maniera socratica "so di non sapere", so che posso avere uno scambio che mi arricchisca con tutti, so che le persone sono la più grande fonte di conoscenza, le nozioni aiutano a crearsi una cultura e a sapere che troverai delle cose sul tuo cammino, l'insegnante deve insegnarti come cavartela di fronte a quelle che nessuno ti avrà spiegato come affrontare.
Grazie dell'opportunità di scrivere tutto questo, mi ha ricordato tutte le cose che amo e anche la persona che sono. Buon 2010 professore, e buon 2010 a voi tutti che partecipate a questo blog. Francesca Romana, chicca
Quando un giorno sarò chiamata ad insegnare vorrei essere capace di farlo.
RispondiEliminaPenso che per diventare un buon insegnante si debba percorrere un itinerario fatto di mappe tutte essenziali per questa formazione.Vorrei essere preparata innanzitutto nelle varie discipline;ma questo da solo non fa di una persona un buon insegnante.Si deve aggiungere una forte capacità comunicativa.Vorrei sapere e percepire che i miei bambini abbiano voglia di ascoltarmi,che non si annoino e che siano perciò contenti di avermi.
Vorrei sapere equilibrare il dovere al gioco e cercare di tirare fuori le potenzialità di ciascun bambino.
Oltre ad essere per loro una maestra, vorrei essere un punto di riferimento,una persona con la quale ci si possano confidare;ma vorrei essere soprattutto capace di fornirgli il giusto aiuto per la loro autonoma formazione.
Fondamentale è inoltre l'alscolto;sapere ascoltare i propri bambini e capire con un semplice sguardo che qualcosa non va.
Entrerò in classe sicuramente con la voglia di trasmettere il mio amore per l'insegnamento e soprattutto con la voglia di imparare in primis dai miei alunni, perchè saranno loro i miei insegnanti di vita.
siamo ormai agli sgoccioli...l'anno è finito e vorrei fare tantissimi auguri a tutti coloro che hanno partecipato a questo blog, è stato per me un modo per conoscere meglio i miei compagni di corso e per apprendere dalle loro idee.
RispondiEliminatantissimi auguri di cuore di un nuovo e proficuo anno soprattutto a chi ci ha dato modo di ritrovarci su questo blog.
AUGURI E BUON 2010.
ANNA
Questo corso ha ampliato i miei orizzonti, mi ha fatto scoprire tanto non solo sulla professionalità docente, ma anche sulle strategie didattiche, grazie soprattutto ai continui e proficui dibattiti discussi in aula.
RispondiEliminaHo capito che essere insegnanti non è per niente il mestiere più facile del mondo, però a me piace e farò di tutto per riuscire a diventarlo.
Vorrei essere per i miei alunni un maestro di vita, più che una semplice insegnante che trasmette e impartisce nozione e regole. Mi piacerebbe affrontare in maniera originale i vari argomenti che sono materia di studio, affinchè i bambini siano presi e non si annoino. Vorrei saper coinvolgere tutti, anche i più timidi e introversi e per questo ci vuole una buona dose sia di sensibilità, sia di umanità (due qualità che penso non mi manchino). In particolare cercherei di creare all’interno dell’aula un clima accogliente e disteso, una scuola in cui piace andare, per la quale provino interesse continuo a frequentarla.
Vorrei anche realizzare molti laboratori in cui i bambini possano fare e creare liberamente seguendo i loro personali e specifici interessi. In più vorrei riuscire a trasmettere loro sentimenti di solidarietà e cooperazione, cercando di renderli capaci di socializzare e collaborare con tutti, accettando le altrui diversità come un arricchimento.
E’ sottinteso che ci vuole una base di partenza, ossia formazione, preparazione e conoscenza da parte del futuro insegnante, per poter “partire” e iniziare la missione di maestro….
Donatella 133850
CHE SUONO HA L'INTERESSE?
RispondiEliminaLeggendo gli interventi si nota che la parola che appare piu' spesso e' "interessante". Dunque come dovrebbe essere una lezione interessante? Secondo me ci sono due componenti: la parola e il silenzio. La prima, lo abbiamo visto anche durante il corso, caratterizza gli interventi degli studenti che, attraverso le domande, dimostrano di non subire la frontalita' dell'insegnante ma di seguire ed essere interessati. La seconda, il silenzio della platea, e' quella che sottolinea il momento in cui tutte le menti sono puntate su quello che sta dicendo il professore. Ebbene, che suono ha questo momento? Come fa il docente ad accorgersi di essere seguito? Credo che un esempio piu' che mai tangibile lo abbiamo vissuto quando, nell'ambito della didattica interculturale, il professore Bruni ci ha mostrato i vari planisferi dal punto di vista delle altre nazioni, come la Cina, tratti dall'Atlante Strategico della SEI: non si sentiva il minimo mormorio ma si aveva la certezza di non essere soli in aula perche' si poteva udire il respiro dei presenti. In quel momento ho ascoltato davvero i suoni che albergano il silenzio di una platea che presta l'attenzione assoluta. Se un giorno tornero' a sentirli, vorra' dire che la mia lezione sara' stata interessante.
Salvatore Scotti
A PROPOSITO DEL NOSTRO FUTURO LAVORO...
RispondiEliminaSento ancora parlare purtroppo di riforma scolastica da parte del Governo Nazionale. Qualche sera fa Vittorio Zucconi, il direttore di Radio Capital, parlando con una insegnante le ha detto: "Complimenti per il suo lavoro, non la invidio". Credo che la vita sia fatta di scelte, c'e' forse qualcuno di voi che invidia i giornalisti?
Salvatore Scotti
L’idea di me come insegnante mi piace e sinceramente mi fa sorridere perché è strano pensarmi “dall’altra parte”, infatti credo che non darò molta importanza alla mia cattedra (intesa come oggetto), anzi starò sempre tra i bambini per dargli maggiore sicurezza e tranquillità. Vorrei essere un punto di riferimento per i miei alunni, vorrei che loro capissero che c’è un momento per giocare e un momento in cui si studia, vorrei che capissero l’importanza della cultura, vorrei trasmettergli il valore dell’uguaglianza, forse chiedo troppo ma vorrei che venissero a scuola con il sorriso perché contenti del percorso didattico e dei metodi di insegnamento. Per questo credo che sarò un’insegnante sorridente, dolce,paziente, autorevole (non autoritaria), sicuramente preparata nelle varie discipline, dinamica, pronta ad ammettere i propri sbagli e a cambiare metodo in base al contesto, attenta alle esigenze di tutti gli alunni e senza preferenze. Probabilmente è troppo, ma spero di diventare così. Credo, però, che avrò un problema legato al fatto che in genere se vedo un bambino piangere o in disparte o a volte semplicemente pensieroso, non riesco a stare lontana, anzi sento il bisogno di avvicinarmi, parlargli e fargli capire che io ci sono. Forse questo non sarebbe giusto nel ruolo di maestra, poiché quel bimbo potrebbe legarsi particolarmente a me, io potrei avere un occhio di riguardo per lui, tutto ciò perché caratterialmente sono molto insicura e per questo particolarmente sensibile. Spero di riuscire a superare timori e difficoltà con la preparazione, l’esperienza e la passione per questo mestiere.
RispondiEliminaVorrei essere un insegnante preparata e competente nelle diverse discipline per trasmettere giorno dopo giorno ai miei futuri allievi l’ amore per il sapere, vorrei essere per loro un fondamentale figura di riferimento creando nella mia classe un clima di serenità all’ interno del quale i bambini potranno confrontarsi e mettersi in gioco. Vorrei conquistare la loro fiducia, diventare in un certo senso “ una di loro “ senza però mai perdere quel minimo di autorità che serve per farsi ascoltare. Vorrei riuscire a comprendere le esigenze e le necessità dei miei alunni sviluppando e valorizzando le loro diverse potenzialità e coinvolgerli in maniera attiva durante le lezioni. Vorrei accompagnarli per mano nel loro processo di formazione aiutandoli nelle difficoltà in cui potrebbero incorrere avviandoli in questo modo all’ autonomia. Certo il compito dell‘ insegnante è alquanto complesso (e forse aspiro ad un ideale troppo alto e dotato di estrema perfezione) , ma diventa più semplice nel momento in cui viene svolto con passione e amore.
RispondiEliminaMERY
Sono consapevole che il mestiere verso il quale mi avvio è un mestiere fantastico ma allo stesso tempo davvero complicato. Ogni giorno l’insegnante si trova ad affrontare situazioni problematiche che, per amore dei propri alunni deve saper sostenere. Ripensando ai miei insegnanti,quindi sia a quelli che ho apprezzato,sia a quelli che non ricordo in maniera positiva, mi faccio un’ idea di come mi piacerebbe essere in futuro. Spero di sviluppare competenze disciplinari,progettuali ed organizzative, così da trasmettere al meglio i contenuti delle discipline e fornire ai ragazzi quelle competenze e conoscenze utili all’esterno della scuola. Mi piacerebbe, oltre questo, coltivare un buon rapporto con i ragazzi; innanzitutto è fondamentale comprenderli, da qui provare a sostenerli, quindi essere per loro un punto di riferimento nei momenti difficili e a valorizzarli, quindi esaltare le qualità più spiccate in loro. Vorrei non aver bisogno di alzare la voce, non essere temuta ma rispettata;sarei felice di istaurare buoni rapporti sia con i colleghi che con le famiglie. A tutto ciò, vorrei aggiungere entusiasmo,dedizione e passione, che purtroppo spesso si affievoliscono con il passare degli anni.
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RispondiEliminaCi sono pochi insegnanti che ho avuto che mi hanno marcato nel senso positivo. Coloro negativi mi hanno fatto riflettere su quello non voglio essere con i miei allievi.
RispondiEliminaHo molte ragioni per diventare un maestro, fra quelli l'idea di fornire ai bimbi con una cosa così basica e tropo importante come il rispetto, poichè per me è più importante l'essistenza del rispetto agli altri che il fatto di sapere dove si trova Madagascar nella mappa geografica.
È difficile per me definirmi come un tipo concreto di insegnante, giachè penso che un docente dovrebbe avere tantissime caracteristiche di fronte ad una clase piena di individui diversi...
Ma se esiste un insegnante a cui voglio sembrarmi, potrei fare riferimento al personaggio filmico di Kevin Spacey nel film "Pay it forward". È un tipo di insegnante che si avvale delle consegne di lavoro,che mette i soggeti in situazione operativa, un insegnante che fa la figura di mediatore analogico, simbolico, attivo e iconico, sopratutto perche penso che la/il bambina/o, come diceva John Dewey, impara facendo mediante l'esperimentazione ed è così come rende conto di quelli concetti che ha presso prima. Voglio fare la figura euristica, un feedback nel quale il maestro e l'allievo cooperano per arrivare ad una negoziazione; voglio anche sviluppare nell'allievo una capacità critica mediante l'esposizione contrastata di diversi informazioni sulla stessa cosa, giachè la capacità critica è l'utensile principale per lottare, ad esempio, contro quello che i governi fanno, senza tenere in conto l'opinione dei suoi popoli, contro le atrocità e le assurdità dei fatti intoleranti.
Infine, considero che è importantisimo il continuo rinnovamento e quindi, penso che se alcun giorno perdo il desiderio di rinnovarmi, si perderà per me il senso di fare l'insegnante.
1 saluto a tutti e grazie per scambiare con me i vostri punti di vista! È stato un piacere conoscervi. Porto con me un bon ricordo delle lezioni con vo